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La bravura? Tenere uniti gli opposti: l’io e gli altri.

La stanchezza, riconosciamolo, ha l’invidiabile vantaggio di spegnere - per un po’ - la luce.

Si raggiunge l’umana bellezza - la concordia - quando l’individuo riconosce se stesso, nell’altro da sé.

Quand’è che avvertiamo la sconfinata bellezza del mondo? All’apparir dell’intesa; giunga dal vicino di casa, dal figlio, dall’amico, dalla persona amata.

Che poi, l’esistenza non è che ripetere eternamente il gesto, cercando di migliorarlo: pensato, fatto sorgere, ampliarlo e infine vederlo spegnere.

Al senso, quello che costantemente cerchiamo nelle umane vicende, va il gran merito, di tenere in bella tensione l’esistenza.

L’amicizia è animata da un unico interesse: alleggerire ed estendere lo spirito di chi l’incarni e la metta in atto.

L’irrimediabile fa capire quanto sia incorruttibile il tempo: non c’è moneta, che possa impietosirlo, per corromperlo, spingendolo così a rimettere in pista il passato.

Dalla sconfitta, il rimedio può essere ricavato dentro i risvolti della sofferenza.

Dove s’anniderà il pericolo? Nell’attimo in più, che concediamo alla soddisfazione.

Raggiungiamo noi stessi, nei luoghi in cui, non pensavamo potessimo soggiornare.

Anche i legami più collaudati sono destinati a logorarsi; quindi, per non restarne colpevolmente inerti, subendo le temute conseguenze, si dovranno sostituire, sollecitando interventi di frequenti, poetiche acrobazie.

Le passioni non si tolgono; al più, si educano. Le tristi, invece, vanno accuratamente evitate.

Scordare la fatica che abbiamo via via accumulato, per giungere al punto in cui ci troviamo - qualsiasi età si abbia - è un imperdonabile trascuratezza mentale.

Più intensa è, così pare, l’attesa per donare. Ma non sfigura nemmeno quella per ricevere.

Ripetendosi, il senso guadagna l’opportunità di recuperare qualcosa che, precedentemente, gli fuggiva.

Chi conservasse gli ideali, intuiti e alimentati in età giovanile, estenderebbe meritatamente il suo perimetro esistenziale.

Si misura la gentilezza, solo quando, in genere, venisse espressa nei riguardi del più debole.

Tener presente, d’essere in possesso di un’incontaminata purezza, ispessisce gradevolmente l’esistenza.

Come lo zero permette all’aritmetica un indiscutibile salto, nella propria modalità espressiva, così al nulla viene affidato d’essere l’impareggiabile perno, al fine d’avviare lo svolgimento esistenziale.