Nessun pianto celeste, nessun ferro nel buio: solo il silenzio che pesava sul primo grido, sul primo inganno.

Ora so: quella luce era un addio prima ancora del nome. Le stelle — le stesse che videro cadere tuo padre — mi fissavano mutine, e il vento cantava una ninna nanna di cenere.

I E ora il sonno si interrompe col fiato sospeso del vento — per colpa dei capricci del male che gioca a dadi con l’ombra. II Ogni notte è un labirinto dove il Minotauro sogghigna, e il filo di Arianna è un laccio che strozza i sogni.

III Ma nell’alba che esita, un gallo cieco canta: non per risvegliare il sole, solo per dire «esisto». IV E forse basta, questo gracchio nel buio, a far tremare i mostri che ci abitano dentro.

#LArteDelDubbio È vero o non è vero? La domanda brucia quando l’arte del dubbio ti sfiora la mente, e la certezza si fa ombra, poi scherza, notturna farfalla tra lampi di niente.

#LArteDelDubbio Chi può dire qual è la verità vera? Quella che grida o quella che tace? Quella che il tempo consuma o disperde, o quella che nasce solo dopo aver perso la pace?

#LArteDelDubbio Forse la verità è un fiume di specchi, ogni onda riflette un frammento diverso: tu ci vedi il dolore, io ci leggo l’incanto, entrambi abbiamo ragione, entrambi immersi.

#LArteDelDubbio O forse è un silenzio tra due fuochi, un respiro sospeso prima del verso, un ponte che crolla ma lascia nell’aria l’eco di un passo—mai visto, ma aperto.

#LArteDelDubbio Non cercare risposte dove il vento le porta, la verità vera è domanda, non è risposta. Vive nel chiedere, non nell’affermare, nel lasciare la porta socchiusa all’aurora.

A chi accoglie le parole con silenzio, ascolta, a chi non le misura col giudizio ma le custodisce nel respiro dove il pensiero si fa luce e la gratitudine un fiore Grazie Perché la poesia vive dove qualcuno, in segreto, la riconosce senza nome e la porta lontano, intatta e vera.

Esisto perché mi cerchi, in quel modo in cui il cucchiaio dimentica il metallo e sogna di essere nuvola. Sei la finestra che inventa l’uccello in volo, la scatola di sabbia dove i miei ossi giocano a dadi con l’infinito.

Oh mia poesia, carnale algebra: sciogli il mio nome nel tuo caffè freddo, eppure mi ritrovi intatto sull’orlo del piatto, un residuo di stelle che rifiuta di svanire.

Mi cerchi? Ecco, sono già altrove— nella cucitura della tua giacca, nel ruggito dell’ascensore a mezzanotte, nel gesto di accendere una sigaretta per spegnerla subito, perché la fiamma era troppo simile al mio modo di dirti addio.

Non più segni, non più voci, il contatto umano è spento: siam singoli in mente e in cuore, come astri in ciel già divisi. E tra le mura il gran desiderio —immenso, fiero, senza lido— di solitudini profonde, ove il tempo stesso annichilisce.

A chi ascolta la #poesia senza rumore, a chi la accoglie con gratitudine, non giudizio. Forse oggi è il giorno giusto per placare l’afa dell’anima – perché a volte un verso, letto piano, è come un vento che scioglie il caldo e rende leggero ogni peso. Grazie.

Dopo aver accumulato oro e potere, dopo aver voltato lo sguardo dai bambini senza pane, senza acqua, senza cielo, ti ritroverai solo con uno specchio deforme a riderti in faccia.

#UnaMutevoleVerità Una verità mutevole non è del tutto specchio della sincerità. Forse nulla, in questo mondo, esiste per mano di una verità giusta, ma piuttosto per la causa che la muove, e non già per l'ipocrisia che la circonda.

#UnaMutevoleVerità La verità non ha dimora fissa, volta al vento come bandiera strappata. Ciò che oggi è luce, domani è ombra, e la mia voce, forse, è già cambiata.

#UnaMutevoleVerità Ma se cerchi un cuore senza veli, qui batte ancora, nudo sotto il cielo. Non è perfetto, non è sempre intero, ma brucia almeno di un fuoco sincero.

Alla fine del banchetto, quando l’ultimo bicchiere sarà vuoto e le porte sbarrate, troverai uno specchio appeso al muro. Rifletterà non il tuo volto, ma tutto ciò che hai scelto di non vedere.