ERA MIO PADRE

E fai di questa
Valle una forra
Un pertugio, dove
Scrosciare e crescere
In rumore, ché mi sentano
Non mi vedano fin quando
M'infrango,
E risalgo controcorrente
A deporre astri
Minuscoli acini fertili
Dentro alveari,
Per maggio.

CONTRO OFFENSIVA

Un tracciante nel cielo
- voi siete combustibile
Ed esplosione come
Cascame di ghirlanda,
D'edera e azalea in fosforo
Bianco e rosso, ma io pulso.

Per altro verso
Si spicca
La sillaba dal tronco,
Da cespite
Stacco
M'ama non m'ama
Lungo l'argine:
Scaglio zolle
Dentro le ville

Odiare l'uomo
Può grandire
Il vacuo, nel Solo restare.

*

Pillar and Moon - Paul Nash, 1932/1942.

Poter essere
Senza sapere
- calice dall'orlo
Prima del soffio
Tarassaco in ombra,
- filamenti screziati
Dove Digitale è l'aura,
Che diventa pupilla.

*

Φ

La scrittura ai margini,
Letta ma segreta
Glossa in inchiostro
Caduto sulla tastiera,
Polpastrelli in lirica
Impronte in nero,
E il senso terso.

Si sa ciò che svanisce
Ma le parole, Loro
rimangono sconosciute
Unicamente
Alla cecità chiara,
Glauca
Degli uomini grigi.

DOPPIO SENSO

Ti sento male
Quando mi ascolti
E ti scosti,
Il mio stesso orgoglio
Rimane cieco
In disparte,
Mordendoti le dita
Se potesse, ma amando
Quanto una condanna
Che vuole la pena.

CONTROLUCE

Io, quando vidi l'opera
Non amai il creatore
Rubandomi egli
Il mio momento:
Ciò che si trova in arte
Stimola la natura,
Il senso non è
sensazione eppure, vibra.

*

Walter Sickert - La stanza di Jack lo Squartatore,
1907.

LA CASA

Memorie dalle pareti
Che erano gracili,
Per canfora
E rugiada.

Essi stanno al passato
Quanto anima
E spirito, in ordine,
Allo scialo.

Io tossico,
Incantato inalo
Nel mentre
Fuoco, e Luna.

CHIAMATEMI ISMAELE

Per una battigia
Da percorrere, albatros
- apertura alare
Forma che rifrange
il flusso infranto sul sasso,
Privi di sabbia.
Trascinato l'orizzonte
Oltre l'occhio, implori
Un'imbarcazione
Qualunque cosa navighi,
Limite debilitante
Il tuo essere terra.

A tratti
Ci incubiamo una linea continua,
Il malessere rituale
Di non avere uscite,
Pregare per un labirinto
Non gabbie quadrate,
E' fisiologico quindi naturale:
Costretti nel proseguire
Si sbircia a destra o sinistra,
Che s'esca dal mal di sogno
Senza smarrire l'Illusione.

ESSENZIALMENTE FLUIDO

In quegli
Istanti in cui
Il silenzio non tace
Sa ascoltare
Dove rumore duole

*

Bos bij Oele - Piet Mondrian, 1908.

Fluido
Mi sento d'Essere
Che quando nacqui
Comunque
Ebbi presagio
Di un Guado

IN DISSOLVENZA

L'occhio vuole la sua parte mettendoci l'anima.

*

Luigi Russolo - Materialità della Nebbia, 1912.

TORBIDO

Io non mi nego
Vergine o Impuro,
Questa notte
Dolgo, da Venerdì
Frutto in Passione.
Afflato di palpebre
Socchiuse, pigre
Filtro che stilla
da Fluido a Seme.

MERIDIANA

Disteso
Al vento
Stava il sole
E le mie dita
Lo rendevano
Ombra

Percepisci
L'effluvio, di piuma
Scende cullandosi
Il suono.
Era mentre stavi
Con la mano sotto
Il mento,
Ad immalinconirti:
Le storie che dovevi
Scrivere, il tempo finito
Un presente che non esiste.

*

Orfeo - Karoly Ferenczy, 1894.

ORACOLO

Cuscino, foglie
Che madida fate
La fronte da uomo
Non ancora svezzato:
Me, nato già sibillino
Nel ventre, dalla
Terra ferma evaso,
In zaffira ascensione.
Labirinto e Templi.

CREATURA

Intanto
E' già quest'uomo
Criptico e mite
Che stasera
Si è mutato
In notte

E IL SETTIMO GIORNO NON RIPOSARONO

Pane azzimo
E la strozza in gola,
Sgozzare e violare:
La lama e l'agnello
Sotto la kippah,
Sapore di male
Sopra la lingua,
Talco di cocci
Vetro e taglio:
Circo nero e incisione
Per chi vuole ammazzare.

#Gazawar #PalestinaResiste

BOA

Ma
Tutto questo Estratto
Questa Sintesi,
Trasuda essenza
D'acquamarina da organza,
Che cerchi nel lago.